Io voto sì. Beninteso, trovo che oggi come oggi i "messaggi" politici lanciati dal 99% degli artisti siano farlocchi, ma ognuno è libero di mentire nelle proprie canzoni, quindi... Detto questo, se la politica fosse
off-limits in ambito musicale, nessuno avrebbe mai sentito parlare del 50% e più dei musicisti dal '60 al '75.
Oltretutto esistono testi a tema politico straordinariamente poetici. E qui devo dire che la musica italiana la fa da padrona, a mio modesto avviso.
E' però anche vero che uno potrebbe singolarmente trovare brutti i testi politici, perchè la sua sensibilità non è quella. E' un gusto personale. Per fare un parallelo, personalmente ho una certa repulsione per i testi a tema filosofico: ho provato ad ascoltare le parole dei vari Franco Battiato, Pasquale Panella, ecc., ma proprio non sono riuscito a farmele piacere. Limite sicuramente del sottoscritto, notoriamente un gretto ignorante da disco-pub
House (

), ma questo è quanto...
P.S.: Però, ragazzi, chiariamo 2 cose prima di arrivare a chiudere il thread al 300mo flame: l'argomento è delicato ed è facile infrangere il regolamento. Siccome, tuttavia, non si può far finta che la politica non sia mai stata protagonista in ambito musicale, se ne può discutere purchè non si esca dal seminato. Traduzione: parlate pure, se lo ritenete funzionale al discorso, di musicisti in particolare e dei loro testi, ma non vi mettete a commentare le singole idee politiche, cortesemente. Per il momento state andando bene. Ah, un'ultima raccomandazione per sonata arctica: calma, non c'è bisogno che azzanni John Dorian, ok?
