Pochi giorni fa è stato aperto al pubblico Wolfram Alpha, uno dei progetti più ambiziosi degli ultimi anni, ovvero la semantica applicata alle macchine al fine di creare codici comunicativi simili a quelli umani, per rendere la Rete capace di comprendere il significato delle ”interrogazioni” fatte online.
Presentato all’università di Harvard dal fisico britannico Stephen Wolfram, il progetto è riuscito ad attirare in questi mesi un interesse ed una curiosità veramente incredibili.
Il matematico ha spiegato che WA utilizza diversi trilioni di raccolte di dati, sia da fonti libere che da fonti sotto licenza. WA unisce tutti i dati e li verifica attraverso un sistema in parte manuale e in parte automatizzato. Successivamente analizza ed interpreta il significato del codice e presenta i risultati in modo chiaro, tramite schemi grafici adatti a ogni esigenza.
«Ad oggi Wolfram Alpha contiene più di 10 trilioni di dati, più di 50 mila tipi di algoritmi e modelli e capacità linguistiche per più di 1000 domini. Costruito su Mathematica - di per sé il risultato di più di 20 anni di sviluppo dai ricercatori Wolfram - il codice di Wolfram Alpha è basato su più di 5 milioni di linee o codici simbolici di Mathematica. Girando su cluster di supercomputer, Wolfram Alpha fa uso intensivo dell’ultima generazione di tecnologie di computing parallelo, inclusi webMathematica e gridMathematica».
Che dire… un enorme passo avanti nel sistema di ricerche e nello sviluppo di un linguaggio di interazione fra individui e macchine.
