Dopo tre anni di silenzio inframezzati da un discusso
Best of, gli Oasis tornano a farsi sentire con il loro settimo album di studio, il primo prodotto autonomamente dalla loro casa discografica Big Brother, e uscito nei primi giorni di Ottobre del 2008 (ma che - aspetto questo abbastanza notevole - i fans avevano già avuto modo di "assaporare" nel periodo immediatamente precedente grazie al pre-ascolto a disposizione sul myspace della band). Ci troviamo di fronte ad una piacevole sorpresa (si fa per dire...), un lavoro in cui finalmente il tortuoso e all'inizio poco coerente percorso che i fratelli Gallagher avevano intrapreso ormai molti anni addietro con il controverso e sottovalutato
"Standing on the Shoulder of Giants" (e con i due successivi album) trova un senso definitivo. Giunti ad una certa maturità artistica e con un Noel supportato al livello compositivo da due musicisti capaci in tal senso come Gem Archer ed Andy Bell (oltre ad un Liam in stato di grazia che (ri)scopre la propria vena di autore), il gruppo britannico propone un disco che - ora si può dire - recide in modo definitivo il legame con l'ingenuo (seppure dagli standard qualitativi elevati) brit-pop degli esordi. Si approda ad un moderno e potente hard-rock (sorprendente, dati i tempi...) arricchito da elementi di pop, blues, reminiscenze beetlesiane, ma soprattutto psichedelia. Le canzoni sono più lunghe del solito, e molto più spazio viene dato agli intermezzi strumentali.
Si comincia con l'efficace e dura
Bag It Up, forse il pezzo migliore, che originariamente doveva essere la
title track. Più pop è
The Turning (ma gli assoli di chitarra ci ricordano di continuo che sono finiti i tempi del rock con retrogusto "da teen-ager"...), mentre
Waiting For The Rapture (la cui intro è presa pari pari da
Five To One dei Doors, ma si tratta di un omaggio, non certo di una scopiazzatura disordinata) ci mostra un rock-blues interpretato in chiave Oasis. Da notare, nel finale, quella che appare come una simpatica citazione di
You Can Leave Your Hat On. L'unica canzone che ricalca nient'altro che il vecchio stile del gruppo è
The Shock Of The Lightning.
I’m Outta Time, ottima ballata un po' retrò firmata Liam Gallagher, è un vero e proprio omaggio, anche nello stile, a John Lennon (si noti la voce del compianto Beatle come sottofondo del finale della canzone), ed è anche uno dei pezzi più belli. Gradevole è anche la psichedelia cadenzata di
(Get Off Your) High Horse Lady. Il secondo "highlight" è
Falling Down, presentata ad Agosto in un remix dei Chemical Brothers (che già in passato hanno collaborato con gli Oasis), e naturalmente cantata in questa occasione dall'autore Noel Gallagher, che ne presenta una versione cupa come il periodo di
"Standing..."; in essa molto interessante risulta il tempo e l'apporto delle batterie (affidate al figlio d'arte Zak Starkey).
To Be Where There's Life è essenzialmente un giro di basso (un po' monotono, a dire il vero) con sopra il sitar, e non offre particolari spunti. Ancora rock allo stato puro con
Ain't Got Nothin', ricca di assoli di chitarra su una base blueseggiante e dotata di un refrain molto aggressivo. Trasuda Hard-Rock "per motociclisti" da
The Nature Of Reality, e per chiudere, con
Soldier On, abbiamo ancora un'escursione nella psichedelia su una base che ricorda
Gas Panic!, sempre di
"Standing on the Shoulder of Giants".
Come detto, è un disco molto diverso da quelli degli anni '90, ma anche chi ha amato gli Oasis di
Wonderwall non vedrà in questo lavoro un rinnegare il passato, bensì un riuscito tentativo di mostrare un lato di sè da sempre presente, ma che ha richiesto di essere a lungo coltivato per essere espresso al meglio. L'obiettivo non appare come quello di "restare al passo coi tempi", ma di "dettare" i tempi, in un panorama attuale davvero povero di artisti capaci di porre la propria creatività e le proprie scelte artistiche (fra l'altro di qualità, in questo caso) davanti alle tendenze del momento.
Insomma, nel complesso un album da cui emerge il completamento di un'evoluzione in cui il gruppo ha creduto fin dal '99. 15 anni di attività alle spalle non permettevano ulteriori "incertezze" agli Oasis, e si può tranquillamente dire che l'occasione non è andata assolutamente sprecata.
TRACKLIST1. Bag It Up
2. The Turning
3. Waiting For The Rapture
4. The Shock Of The Lightning
5. I'm Outta Time
6. (Get Off Your) High Horse Lady
7. Falling Down
8. To Be Where There's Life
9. Ain't Got Nothin'
10. The Nature Of Reality
11. Soldier On
Giudizio personale: Bello