Secondo album, targato '83, della metal-band italiana che per prima ha abbattuto i confini nazionali ed introdotto davvero il Bel Paese nel mondo dell'
Heavy-Metal anche dal punto di vista creativo. Rispetto all'esordio, più legato all'influenza degli ultimi (considerando l'apoca) Deep Purple, qui siamo ormai in pieno filone
NWOBHM con marcati tocchi
Hair. E Scotto & Co. interpretano alla perfezione quella scuola di pensiero, prendendo il meglio della produzione straniera e rielaborandola senza scopiazzature. Ne emerge un lavoro solido (molto più del predecessore), ben equilibrato ed originale, forse il migliore del gruppo. Gli stacchi virtuosi dei cinque rockers milanesi reggono tranquillamente il confronto con la stragrande maggioranza delle performance poste in essere da nomi ben più blasonati: soprattutto la chitarra Stefano Tessarin (che va a sostituire Carlo Asquini) trasuda carisma e personalità. Forza e voglia di Rock nella sua essenza "travolgono" l'ascoltatore: insomma, questo disco fa il suo mestiere.
Si parte con la frenetica
Get Up, Shake Up, che sembra a tratti riecheggiare i primi Iron Maiden e i Black Sabbath di R.J. Dio, e che già nel titolo dice tutto... I riff di chitarra sono davvero "cattivi" e pregevoli, e questa è forse la traccia che più resta nella mente dopo aver ascoltato il lavoro al completo.
I Gotta Clash With You mette in mostra tutte le potenzialità del particolare
mix tra tastiere e chitarre tipico dei Deep Purple, accennando a quel sound AOR a cui, qualche anno dopo, approderà proprio il leggendario quintetto britannico. Il terzo pezzo,
Don't Be Looking Back, può essere considerato a tutti gli effetti una
power-ballad, anch'essa apprezzabile ed esemplare nell'utilizzo delle tastiere e della doppia chitarra. Davvero bello l'assolo di Tessarin. La
title track torna alla velocità, e le tastiere qui arrivano, a tratti, anche a rubare la scena agli altri strumenti (con risultati stavolta non troppo esaltanti, a dire il vero): paradossalmente, tuttavia, è una delle tracce in generale più "debole" (forse a causa del "filo conduttore" di non eccessiva presa e un po' troppo monotono, benchè intervallato da un rapido e bel fraseggio del solito Tessarin). Nell'
intro di
Running Wild i Maiden si vedono tutti, con un accattivante arpeggio a doppia chitarra, ma ecco che rapidamente si passa a ritmi
Hair classici (del resto il titolo non lascia equivoci in merito...) stile Great White, ma con chitarre decisamente più ruvide (e molto più audaci) e impreziositi da un
Hammond molto ben amalgamato.
Fire Trails (canzone che - una curiosità - darà il nome all'attuale gruppo del cantante dei Vanadium) è un
Hard-Blues arrangiato sorprendentemente bene per la voce alta ma molto sporca di Scotto. Ancora tanto virtuosismo di Tessarin: pezzo più che discreto.
Outside Of Society è puro
Speed-Metal alla Iron Maiden, ma l'organo di Ruggero Zanolini colma in modo magistrale una grossa lacuna da cui l'intero genere "veloce" è purtroppo sempre stato in generale limitato: il peso ridotto, quand'anche presente, delle tastiere. Non può mancare, anche qui, lo stupendo duetto con la chitarra di Tessarin. Infine c'è
Russian Roulette: sintetizzatori che richiamano, all'inizio, prima le trame sinfoniche dell'odierno
power-metal, poi le essenziali ma inquietanti colonne sonore degli
horror B-movie dell'epoca, ed ancora ritmi e variazioni di tempo "made in Maiden", inframezzati da potenti stacchi
Hard-Rock. Tessarin e Zanolini qui si congedano in un ultimo, riuscitissimo connubio.
E' curioso notare come, ascoltato il disco, si abbia la chiara impressione che i Vanadium avrebbero potuto sfondare più di molte altre anonime band
Heavy dell'epoca (nonostante il loro riscontro sia stato in realtà tutt'altro che limitato, anche se non planetario), e che la semplice provenienza geografica - con tutti i limiti derivanti da un mercato interno assolutamente snobbato dalla grande produzione, ancora attaccata con le unghie e con i denti alla tradizionale musica leggera e da poco timidamente aperta all'elettro-pop - abbia costituito di fatto una pesante ancora per questo gran bel quintetto. Che per fortuna ha fatto in tempo (si fa per dire, visto che si sarebbe sciolto solo dodici anni dopo) a lasciarci questo bel disco...
TRACKLIST1. Get Up, Shake Up
2. I Gotta Clash With You
3. Don't Be Looking Back
4. A Race With The Devil
5. Running Wild
6. Fire Trails
7. Outside Of Society
8. Russian RouletteGiudizio personale: Buono