At the Edge of Time

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At the Edge of Time
La copertina del disco
Artista Blind Guardian
Tipo album Studio
Genere Speed metal
Power metal
Symphonic power metal
Pubblicazione 30 luglio 2010
Tracce 10
Durata 63 min : 58 sec
Etichetta Nuclear Blast
Produttore Charlie Bauerfeind
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Stile

In quest'album i Blind Guardian dopo il calo con A Twist in the Myth hanno dato alle stampe uno dei loro migliori album, dove la ritmica della chitarra in power chord è sempre più protagonista ed i difetti vocali di Hansi Kursch vengono a mancare, rendendo la voce del cantante non più a volte con qualche calo che la rendeva leggermente più stridula come agli inizi degli anni'90, ma rendendola ancora più particolare specialmente in brani come A Voice in the Dark, Tanelorm(Into the Void), Wheel of Time e Sacred Worlds, che tre l'altro sono le migliori canzoni del disco.Il genere della band in questo disco è riconducibile allo speed metal, che non è inteso come sinonimo di thrash metal, infatti si intende speed metal anche un genere che fonde perfettamente l' heavy metal ed il power metal o l'heavy col thrash oppure il power col thrash. Tuttavia la band ha anche una matrice anche più "epic", se la si può definire così e ciò definisce la band piuttosto fedele al power metal, nonostante la componente speed metal è molto presente soprattutto per la tipica batteria martellante con doppia cassa di Frederik Ehmke, ma non mancano pezzi che uniscono il symphonic metal al power metal con le ovvie contaminazioni speed metal che quindi hanno una matrice anche cinematografica, ma comunque con i soliti riff di chitarra ritmica molto serrati.

Le tracce

Il disco si presenta abbastanza variegato e sperimentale già dal primo brano "Sacred Worlds" che è un brano sinfonico che mette in risalto l'esaltante ritmica del secondo chitarrista Marcus Siepen e le orchestrazioni del tastierista della band Michael Schuren e dell' Orchestra di Praga coinvolta nella realizzazione del brano. La canzone succesiva non è la migliore dell'album come Sacred Worlds, ma è sicuramente un altro dei brani migliori:il brano si chiama "Tanelorm(Into the Void)" ed è un brano power metal comunque con le classiche contaminazioni speed, che sa esaltare il valore della band per la buona tecnica della chitarra solista e l'ottima tecnica della chitarra ritmica, il tutto unito ad un altro di quei ottimi ritornelli che rendono la band, una delle più famose ed importanti sul versante metal per capacità compositive. Con "Road of No Release" la band porta per tutta la canzone chitarre e canto espresso molto fedele al power metal con un sound epico, anche lento e con le classiche ritmiche di chitarra in power chord. Sulla scorta dello speed metal e del power metal delle due tracce precedenti anche "Ride into Obsession" è una canzone che rispecchia abbastanza lo stile della band senza rendere il disco monotono, ma con questa traccia la band pratica un vero e proprio speed metal piuttosto duro ma con note ed una musicalità che rende i mordenti della canzone alcuni degli elementi migliori, come del resto è sempre stato nello stile della band. Dopo l'ottima prova all'inizio sinfonica, poi con uno speed metal più vicino al power per contaminazioni "epic", poi con il power metal di "Road of No Release" e lo speed metal di "Ride into Obsession" ecco che la band rende il disco ancora più variegato con una canzone che probabilmente a Sacred Worlds, Tanelorm(Into the Void), Ride into Obsession, A Voice in the Dark e Wheel of Time può diventare uno dei classici della band e può rendere il disco eccellente, infatti "Curse my Name" è una power ballad medioevale che sembra come molte altre canzoni riparare alcuni difetti della band come il fatto di creare ballad medioevali buone ma non eccelse come A Past in Future Secret, ma Curse my Name si dimostra più articolata, ma Valkyries riesce a superare anche l'ottima prova di Curse my Name, qui non si parla di una power ballad medioevale anche se nella composizione e nel ritornello la canzone in stile power metal con influenze speed si dimostra anche una canzone da un buon tocco melodico. I ritornelli dal sapore melodico a supporto di un power metal con influenze speed o con uno speed metal abbastanza duro ma con cori epici li ritroviamo in "Control the Divine" che fa capire all'ascoltatore che l'album ripete le stesse strutture del power chord, ma proponendo canzoni più corte, compatte, con uno stile ben preciso e coerente, ma mai ripetitivo. Con la successiva "War of the Thrones" viene messa in risalto l'abilità alla tastiera di un componente non ufficile della band, ovvero Michael Schuren che accompagna i ritornelli melodici, piacevoli e leggermente romantici in una particolare ed articolata power ballad con un sound allegro e supportata da atmosfere medioevali, di pianoforte ed anche da qualche piccola orchestrazione, rendendola un altro punto forte del disco. Con "A Voice in the Dark" la band si trova a proporci il singolo dell'album con una ritmica eccelsa, uno speed metal epico che nella durezza e nella grande tecnica della chitarra sa trovare spazio ad un'infinità di note ed una musicalità che esaltano le mastodontiche doti compositive del gruppo, rendendo questo brano il secondo per qualità, se non fosse per quello che è considerato il migliore, ovver Sacred Worlds, visto l'ottimo riempitivo sinfonico e la maggiore lunghezza del brano. Infine abbiamo un'altro grande brano sinfonico che però pur essendo un'altra ottima canzone dalle sonorità mediooerientali-arabe non è all'altezza di Sacred Worlds, ma sicuramente pur non essendo un brano da 10 ci si avvicina molto viste anche le ricche, ma non esasperate orchestrazioni.

Tracklist

  1. "Sacred Worlds" - 9:17
  2. "Tanelorm(Into the Void)" - 5:58
  3. "Road of No Release" - 6:30
  4. "Ride into Obsession" - 4:46
  5. "Curse my Name" - 5:52
  6. "Valkyries" - 6:38
  7. "Control the Divine" - 5:26
  8. "War of the Thrones" - 4:55
  9. "A Voice in the Dark" - 5:41
  10. "Wheel of Time" - 8:55

Curiosità

Il disco è presente in un formato cofanetto che raccolgie la cover di "You're the Voice" John Farnham, versioni alternative di alcuni brani del disco ed un documentario in studio chiamato "A Journey in the Edge of Time".

L'album ha debuttato 19. nella classifica vendite italiana.

Come singolo è stato scelto A Voice in the Dark, del quale è stato girato anche un video che è ad alta rotazione nelle tv rock e metal tedesche, ma i fans considerano grazie anche a tutti gli altri brani "At the Edge of Time" come uno dei migliori lavori tar i più epici della band tanto da considerarlo un'evoluzione di "Imaginations from the Other Side" del 1995.