Blues
Il Blues è il risultato finale di un'evoluzione centenaria, la cui remota origine è universalmente attribuita ai canti tradizionali delle popolazioni afro-americane, sradicate dal loro ambiente d'origine e condotte in schiavitù nel Nuovo Mondo. Il genere influenzò la semi-totalità dei successivi stili musicali, dal blues nasce infatti il jazz, dai due il boogie woogie, poi il rhythm and blues, il rock 'n roll ed infine il rock con le sue innumerevoli varianti
Indice
Storia
L'origine
Una data significativa per risalire all'origine del genere è senza dubbio il 1865, anno dell'abolizione della schiavitù negli Stati Uniti: ciò fece sì che molti ex-schiavi resero nota al mondo la musica nata e sviluppatasi per anni nelle coltivazioni.
Per la prima volta, infatti, molti afro-americani trascrissero canzoni fino a quel momento tramandate solo oralmente, e che piano piano vennero in contatto con nuove sonorità, assumendo caratteri del folk americano e del country noto alle genti degli Appalachi. Antenati del blues si possono trovare dunque tra le work songs, canzoni di lavoro degli schiavi, sfruttati e sottopagati nelle piantagioni di cotone del delta del Missisipi, e negli spiritual, canti di devozione originatisi attorno ai primi anni del XIX secolo. Entrambi gli stili richiamavano testi con risonanze malinconiche ed appassionate. Il neonato blues si distingue per la sua spiazzante semplicità, forza innata e potente ruralità.
Nel blues moderno sono molti gli elementi vicini alla musica africana, fra questi l'intonazione "nasale" dei cantanti, o anche l'introduzione delle famose blue notes.
Il nome
Blue, "blu" in inglese, ha anche il significato di triste, nostalgico. Venne associato a questo stile musicale proprio a seguito della probabile tristezza che accompagnava nel duro lavoro gli schiavi neri e che - inevitabilmente - si ripercuoteva nel ritmo e nell'andamento delle canzoni.
Primi anni
La prima pubblicazione di una canzone blues (riscontrabile concretamente) risale al 1912: si tratta di "Dallas Blues", di Hart Wand, alla quale seguirono "Baby Seals' Blues" di Artie Matthews e "The Memphis Blues" di William Christopher Handy.
Quest'ultimo, in particolare, giocò un ruolo fondamentale nella ascesa del genere negli Stati Uniti, trascrivendo ed orchestrando blues per musicisti, fino a guadagnarsi l'epiteto di "padre del blues".
Negli anni '20 il Blues spopolò, da semplice esibizione da bar arrivò a veri e propri eventi teatrali: il nuovo stile veniva eseguito principalmente a Memphis, nel teatro principale, così come nei bar, o nei nightclub. Molte compagnie discografiche, come l'American Record Corporation, la Paramount e la Okeh, iniziarono a scritturare e pubblicare lavori di artisti afro-americani.
Nel 1923 il musicista blues Sylvester Weaver fu il primo a registrare alcune canzoni servendosi della - in seguito fortunata - tecnica dello slide, facendo scivolare sulle corde della chitarra la lama di un coltello o il collo rotto di una bottiglia, producendo un sound tipico, caratteristico ma soprattutto "inedito" a quel tempo; da quel momento lo slide divenne caratteristica del Delta Blues, sottogenere del blues nato proprio in quegli anni.
Le cantanti del Classic Female Blues - ennesimo sottogenere che conobbe l'apice fra il 1923 ed 1925 - accompagnate sempre da un'orchestra, spopolavano nei teatri, tra di loro Bessie Smith, che conobbe la gloria grazie alla sua caratteristica voce da contralto. Sempre in quegli anni (1920), Mamie Smith fu la prima afro-americana a registrare un blues, che solamente in un anno vendette circa un milione di copie.
Nel frattempo facevano capolino nuovi stili: il Country Blues, spesso improvvisato, senza accompagnamento (o al limite un banjo o una pacata chitarra); l'East Coast Blues, che si serviva di un elaborato stile di fingerpicking, nato e sviluppatosi nella zona del sud-est degli Stati Uniti; il Memphis Blues, che trae alcuni aspetti caratteristici dalle Jug Band, come l'uso di inusuali strumenti quali kazoo, mandolini o addirittura lavatoi opportunamente modificati.
Il Boogie-Woogie nacque a cavallo tra gli anni '30 e '40, sulle tracce dell'Urban Blues; nonostante solitamente si colleghi lo stile riferendosi quasi esclusivamente ad assoli di pianoforte, il boogie-woogie era spesso usato per accompagnare cantanti, ed era caratterizzato da tipiche ed elaborate parti di basso.
In questo periodo andarono affermandosi le cosiddette orchestre jazz, chiamate big bands in inglese, formate solitamente da trombe, sax, contrabassi, batteria, pianoforte e raramente chitarra, ed interpretavano pezzi variabili dal classico blues allo swing e al jazz. Dalle big bands e dal boogie-woogie derivò il Jump Blues, nato a Kansas City, che con artisti quali Louis Jordan e Big Joe Turner fece da precursore al successivo rhythm and blues.
Il Dopoguerra

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, attorno agli anni '50, grazie all'uso della chitarra elettrica, vennero alla luce nuove forme di blues, che conobbero particolare splendore nelle città di Chicago, Memphis e Detroit.
Il "blues elettrico", oltre alla chitarra elettrica, era caratterizzato dalla presenza del basso elettrico, la batteria e gli amplificatori; Chicago divenne in breve tempo - precisamente nel 1948, quando Muddy Waters registrò il suo primo successo, "I Can't Be Satisfied" - uno snodo centrale ed una sorta di "capitale" per questo nuovo stile. Il Chicago Blues era fortemente influenzato dal Mississippi Blues, in quanto gran parte dei musicisti di questo sottogenere erano emigrati proprio dalla regione del Mississippi. Oltre a Muddy Waters, citiamo fra gli esponenti di questo genere Willie Dixon e Howlin' Wolf, tutti nativi della East Coast ed emigrati a Chicago durante la cosiddetta "Grande Migrazione"; il loro stile era caratterizzato dall'uso di chitarre elettriche, talvolta slide guitar, armoniche, batterie e bassi. Alcuni musicisti del Chicago Blues usarono inoltre - principalmente come strumenti ritmici, più che solisti - i sassofoni.
Anni '60 e '70
A partire dagli anni '60, stili influenzati dalla musica afro-americana come il rock 'n roll ed il soul, divennero parte essenziale del flusso musicale popolare americano. Così l'ondata blues che partorì musicisti del calibro di Muddy Waters, si interruppe, o quantomeno mutò decisamente. Bluesmen come Big Bill Broonzy e Willie Dixon tentarono nuovi approdi nel Vecchio Continente; Dick Waterman ed i festival blues da lui organizzati in Europa in quel periodo giocarono un ruolo fondamentale nell'esportazione del genere al di fuori degli Stati Uniti.
John Lee Hooker, altro celebre esponente del blues, mescolò al genere elementi squisitamente rock, suonando con musicisti bianchi più giovani e mettendo a punto un nuovo stile, riscontrabile nel suo Endless Boogie, del 1971. I virtuosismi di chitarra valsero a B. B. King l'epiteto di "re del blues"; lo stile dell'artista era caratterizzato dall'uso di trombe, tromboni e sassofoni, al contrario del classico Chicago Blues.
Musicisti blues e britannici dei primi anni '60 ispirarono grandi gruppi ed artisti rock blues americani, come i primi Jefferson Airplane, Janis Joplin ed altri ancora. Alcune delle prime hits dei Led Zeppelin erano fortemente influenzate dalle tradizionali canzoni blues; una vera rarità nel suo campo a quel tempo fu Jimi Hendrix: un nero che suonava psychedelic rock.

Verso la fine degli anni '60 nacque, nei dintorni di Chicago, il cosiddetto West Side Style, capitanato da portabandiera del calibro di Otis Rush e Magic Slim. Il West Side aveva un forte supporto ritmico fornito da bassi, batterie e chitarre acustiche; alcuni esponenti del genere sostituirono a quest'ultime delle chitarre elettriche non distorte. Dall'inizio degli anni '70, invece, emerse il Texas Blues, che utilizzava chitarre elettriche sia per la parte ritmica che per quella solista; era questo uno stile fortemente influenzato dal rock proveniente dal Regno Unito, che portò alla ribalta artisti come Stevie Ray Vaughan, Johnny Winter, ZZ Top ed altri ancora: gran parte di essi, tuttavia, ottennero notorietà e successo solo nella decade successiva.
Dagli anni '80 ad oggi
Durante gli anni '80 il Blues continuò ad esprimersi e ad evolversi, venendo coniugato - proprio per questa sua innata "elasticità" - da questo o quell'artista secondo le esigenze stilistiche proprie dell'artista. Il primo lavoro di Stevie Ray Vaughan, Texas Flood, uscito nel 1983, catapultò il chitarrista sul palcoscenico internazionale; riscosse pari successo Unplugged di Eric Clapton, dove il chitarrista, con una chitarra acustica, interpretava pezzi squisitamente blues.
Nel tempo, tuttavia, a causa del crescente successo di gruppi rock (e non solo), il blues perse gran parte del suo seguito; inoltre, negli ultimi decenni sono scomparsi icone leggendarie del blues e derivati, come Stevie Ray Vaughan, Jimi Hendrix e Jimmy Reed. Negli ultimi anni, pare tuttavia che il blues stia lentamente recuperando il successo di un tempo, grazie alla portentosa linfa di nuovi talenti, che riescono ad esplorare lo stile in tutti i suoi aspetti, dai più classici, a quelli più remoti.