Jimi Hendrix

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Jimi Hendrix
Jimi Hendrix in una celebre foto
Jimi Hendrix in una celebre foto.
Nazionalità Stati Uniti
Bandiera degli Stati Uniti
Genere Acid Rock[1]
Blues rock[1]
Psychedelic rock[1]
Hard Rock[1]
Periodo attività 1966 - 1970
Discografia 5 (24 postumi)
Studio 3
Live 1 (6 postumi)
Raccolte 1 (18 postume)
Sito web jimi-hendrix.com
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« La prima volta che lo vedemmo salire sul palco, distrusse tutti. Piegava la chitarra fino a terra, la suonava dietro le spalle... »
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James Marshall Hendrix naque il 27 novembre 1942 a Seattle e fu un chitarrista e cantante statunitense.

Dalla sua Fender Stratocaster seppe far uscire innumerevoli timbri sonori, e giunse a suonarla addirittura con i denti, con il gomito e con l'asta del microfono. Nei suoi testi nuotava nella profondità del mare o si immergeva nell'infinità dell'universo.

Grazie a testimonianze ed interviste finora inedite, gli amici più cari hanno ricostruito gli anni difficili dell'infanzia e dei primi passi musicali, quando Jimi girava l'America con "la chitarra a tracolla dietro la schiena e gli stivali impolverati". Dalle loro prospettive di eccezione, i conoscenti descrivono un Hendrix privato, "un essere umano timido e beneducato" pronto a diventare quella creatura esaltante ed inquietante, quel demone con l'aureola nera che sul palco-altare sacrificava fra le fiamme la sua chitarra-totem.

La classifica del Rolling Stone Magazine, stilata nel 2003, lo posiziona al primo posto fra i chitarristi più grandi di tutti i tempi.[2]

Biografia

Primi anni

Il matrimonio fallito dei suoi genitori non gli offrì alcun punto di riferimento, né sicurezza e Jimi veniva spesso passato da un parente all'altro. Trascorse la maggior parte del tempo con la nonna indiana. All’inizio Jimi strimpellava entusiasta le corde dell'ukulele, poi quelle di una chitarra acustica di seconda mano e infine - a dodici anni - di una elettrica. La chitarra diventò l’unica costante della sua gioventù, lo strumento capace di confortare la sua anima, insieme al quale riusciva a sognare una vita migliore, lontano dal suo infelice contesto familiare. All'età di quindici anni, Jimi perse la madre e, per ragioni razziali, a sedici venne espulso dalla scuola.

Incominciò a vagabondare e si guadagnò da vivere suonando con gruppi di rhythm and blues e rock and roll. Possedeva solo la sua chitarra e il suo talento, ma non aveva mai imparato neppure a leggere le note. Per alcuni anni maturò le sue qualità all'ombra di musicisti famosi finché i suoi notevoli e straordinari assoli nel 1965 lo incoraggiarono a fondare a New York un gruppo musicale tutto suo.

Il padre Al, un giorno, essendo stato Jimi derubato della chitarra (lasciata di notte nel backstage), gli regalò una Silvertone Danelectro bianca, che Hendrix colorò di rosso e abbellì con le parole "Betty Jean" (Morgan), il nome della sua fidanzata durante il liceo.

L'ascesa

Gli occhi di Chas Chandler brillarono quando scoprì questo «diamante grezzo» e ben presto portò il giovane artista in Inghilterra. Lì all'uomo di colore venne attribuita un’immagine sessuale che si rivelò molto utile per acquistare rapidamente fama e successo. Ben presto la sua musica acrobatica attraversò il cielo del rock come una cometa, mettendo in ombra tutto il resto. Negli anni seguenti si realizzarono molte produzioni della grande star insieme a diverse formazioni di vari gruppi musicali. Hendrix impressionava continuamente il pubblico con i suoi suoni d'arpa e le sue esibizioni pazze: leccava la sua chitarra, la suonava con i denti, producendo dei suoni insoliti, la teneva a fianco in modo provocante, la lanciava in aria, la buttava per terra e infine la incendiava.

Arrivò a suonare con artisti del calibro di Tina Turner e Little Richard. Nel 1963 venne ingaggiato da quest'ultimo nel suo complesso, e successivamente collaborò con vari artisti come Ike Turner, Albert King e gli Ashley Brothers. Alla fine del 1964 entra negli Squires di Curtis Knight. Anche successivamente Hendrix rimarrà in contatto con Knight e registrerà svariati brani. Nel 1965, a New York, cercò di introdursi nell’ambiente e riuscì a far nascere un complesso stabile e ad ottenere un contratto regolare. In questo modo potè concentrarsi meglio nello studio della tecnica esecutiva, raggiungendo altissimi livelli. Ma è solo nel 1966 che il suo stile, fantasioso e sfrenato, viene notato da Chas Chandler, che lo portò in Inghilterra, a Londra dove gli trovò una band: The Jimi Hendrix Experience, con Mitch Mitchell alla batteria e Noel Redding al basso. Concerti immensi, collaborazioni con artisti del calibro dei Who e rassegne stampa fanno assumere alla band un successo incredibile. La sua musica sfrutta audacemente le risorse della nuova tecnologia chitarristica.

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« Io lavoro sulla musica perché si trasformi in una scienza magica. Ho dedicato la mia vita a quest'arte, e devi dimenticare ciò che la gente può dire di te. Devi andare e diventare pazzo, è quella che loro chiamano follia. La follia è come il paradiso, una volta che hai raggiunto il punto in cui non te ne frega più niente di quello che gli altri dicono, sei vicino al cielo... »
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Citazione « Io lavoro sulla musica perché si trasformi in una scienza magica. Ho dedicato la mia vita a quest'arte, e devi dimenticare ciò che la gente può dire di te. Devi andare e diventare pazzo, è quella che loro chiamano follia. La follia è come il paradiso, una volta che hai raggiunto il punto in cui non te ne frega più niente di quello che gli altri dicono, sei vicino al cielo... »
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Il primo singolo della band fu "Hey Joe", della fine del 1966, che rimase nelle classifiche inglesi per ben dieci settimane, seguito da altri singoli come "Purple Haze" e "The Wind Cries Mary". Con l'uscita dell'LP "Are you Experienced?" la grandezza di Hendrix divenne assolutamente evidente. Nel 1967 tornò in America dove fu accolto da folle deliranti all'"Monterey International Pop Festival": mezz’ora di magia che culminò con il leggendario incendio della sua chitarra, trucco che Hendrix aveva già sperimentato mesi prima e che riscosse anche questa volta un fantastico successo, assieme ad altre sue esibizioni, come i morsi allo strumento, e innovazioni, come l’uso del pedale wha wha. Nello stesso anno pubblicò "Axis, bold as love" e, nel 1968, "Electic ladyland", l'ultimo della band.

Declino

Dopo aver espresso il suo massimo talento e dimostrato le sue incredibili doti - diventando uno degli artisti di maggior successo internazionali di tutti i tempi - già nel 1968 incominciò il declino di Jimi, sia al livello fisico che morale. Hendrix, che fa un uso eccessivo di droghe ed alcol, venne persino arrestato a Toronto. Le pressanti e numerose richieste di tour e lavori in studio snervarono il gruppo che si sciolse nel 1969, forse anche influenzato dal movimento nero "Black Panther" che spingeva affinché il chitarrista non suonasse con due bianchi.

Hendrix in una ormai celebre foto del 1967.
Hendrix in una ormai celebre foto del 1967.

Il suo concerto al festival di Woodstock nel 1969 diventò leggendario. Quando suonò l'inno nazionale americano dagli altoparlanti uscirono suoni di mitragliatrice a salve, rumore di elicotteri e grida che associarono in diretta gli hippies all'inferno del Vietnam. Per Hendrix non fu l’azione di un eroe politico, ma un espediente per eccitare l’animo della gente, una messinscena che polarizzò l'attenzione, sminuendo l'interesse per l'avvenimento storico ben più importante: il grande atterraggio sulla luna. L'America era in piedi e, a bocca aperta, ascoltava colui che, con un semplice plettro, scriveva la storia a modo suo.

Hendrix non fu solo il primo musicista di colore a ricevere ingenti compensi per le sue esibizioni perché, in quegli anni, era anche la rockstar che guadagnava di più in assoluto. Eppure, per colpa di produttori disonesti, i soldi non arrivavano mai sul suo conto. Il mondo della musica lo ingannò al punto da costringerlo a contrarre dei debiti per la costruzione di uno studio di registrazione, chiamato «Electric Lady Land», e renderlo dipendente da vari manager.

Nel 1969 collaborò con Billy Cox, che aveva conosciuto durante il servizio militare e con cui aveva già collaborato, e Buddy Miles, con cui aveva lavorato nell'album "Electric ladyland", facendo nascere la "Band of Gypsys". I concerti che la band fece tra il 1969 e il 1970 furono registrati e messi sul mercato in un unico album verso la metà degli anni '70. Hendrix ricontattò Mitch Mitchell e rimise insieme gli Experience con lui e Cox.

Giunto al culmine della carriera, accompagnata dal consumo eccessivo di droghe e da innumerevoli relazioni con groupie compiacenti, Hendrix si avvicinò pericolosamente all'orlo del precipizio perché non riusciva a sopportare l'idea del suo declino personale. Nonostante i suoi ammiratori acclamassero il virtuosismo del genio, Hendrix considerava le sue capacità superficiali e insufficienti. Perfezionò la simbiosi con la chitarra al punto che un ulteriore miglioramento della sua arte si ebbe solo in collegamento con la spiritualità. Per questo successo, però, l’artista scontento pagò un prezzo molto alto. La sua anima rimase intrappolata nell’occultismo ed Hendrix iniziò a vivere un terribile incubo, circondato dalle tenebre. Divenne sempre più aggressivo, si isolava dagli amici o si abbandonava alla depressione. Non vedeva più nessuno spiraglio di luce nella sua vita. Si stordì con le droghe, lasciandosi cadere con indifferenza in un grande vuoto oscuro. Poco prima della sua morte ci fu forse un'ultima impennata. Nel 1970, verso la fine del concerto tenuto durante il festival dell'isola di Fehrmarn, il 6 settembre, Hendrix distrusse di nuovo la sua chitarra. Il pubblico esultò dall’entusiasmo. Poi, all'improvviso, tutti restarono paralizzati: Jimi cadde in ginocchio e la sua voce disperata echeggiò nel silenzio: «Se conosci la vera pace, voglio incontrarti dietro le quinte!» Evidentemente nessuno rispose al quel grido di aiuto.

Morte

La mattina del 18 settembre 1970, Jimi Hendrix venne trovato morto nell'appartamento che aveva affittato a Londra, al Samarkand Hotel, precisamente al civico 22 di Landsdowne Crescent.

Secondo la versione più accreditata, fornita dalla ragazza tedesca Monika Dannemann, presente al momento del fatto, il chitarrista morì soffocato nel suo stesso vomito, in seguito ad un coktail di alcool e tranquillanti.[3] Rimangono tuttavia molti dubbi e incertezze sulla dinamica dei fatti, non è infatti chiaro se Hendrix sia morto nottetempo (come dichiarato dalla polizia) oppure sia soffocato durante il trasporto in ospedale a causa del sopraggiungere di vomito in assenza di un supporto sotto la sua testa[4]. Sulla sua lapide venne disegnata vicino al nome la sagoma della sua fedele Fender Stratocaster.

L'ultimo scritto di Jimi, risalente probabilmente al giorno stesso della morte, recita:

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« La storia della vita è più veloce di un batter d'occhio. La storia dell'amore è ciao e arrivederci al prossimo incontro. »
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Hendrix venne sfruttato (e lo è ancora) fino al midollo dalle case discografiche che non esitarono a pubblicare qualsiasi opera dell'autore.

Il critico Paolo Galori definì così Jimi Hendrix prima della sua morte:

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« Un musicista solo e visionario, pronto a volare ancora più in alto, fino a bruciarsi le ali, distrutto dagli eccessi nel disperato tentativo di non replicare se stesso di fronte a chi gli chiede prove della sua divinità. »
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Discografia

Studio

Postumi

Note