Led Zeppelin II

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Led Zeppelin II
Copertina di Led Zeppelin II
Artista Led Zeppelin
Tipo album Studio
Genere Hard Rock
Blues Rock
Folk Rock
Pubblicazione 22 ottobre 1969 [1]
Tracce 9
Durata 41 min : 24 sec
Etichetta Atlantic Records[1]
Produttore Peter Grant
Jimmy Page
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Led Zeppelin II è il secondo album in studio dei Led Zeppelin, pubblicato il 22 ottobre 1969 dalla Atlantic Records. Le sessioni di registrazione per l'album hanno avuto luogo in diversi studi in Regno Unito e Nord America a partire da gennaio ad agosto 1969. La produzione è interamente accreditata al chitarrista e leader della band Jimmy Page. L'album presenta una notevole evoluzione rispetto al loro album di debutto, Led Zeppelin (1969). Caratteristici sono gli elementi di blues e di musica popolare, ma soprattutto i nuovi riff di chitarra.

Alla pubblicazione, Led Zeppelin II riscosse un successo enorme e fu il primo album del gruppo a raggiungere la prima posizione nella famosa classifica Billboard 200. Solamente nel primo anno di vendette oltre 500.000 copie. Nel 1970 l'album è stato nominato ai Grammy Awards nella categoria "Best Recording Package". A seguito del raggiungimento di ben dodici milioni di copie, il 15 novembre 1999 l'album ricevette appunto 12 dischi di platino dalla Recording Industry Association of America (RIAA). Il prodotto è stato riconosciuto da scrittori e critici musicali come uno dei più grandi e più influenti album registrati nella storia del rock. Nel 2003, l'album si posizionò al settantacinquesimo posto nella lista dei 500 album più grandi di tutti i tempi secondo la rivista Rolling Stone.

Storia

Registrazione

Led Zeppelin II vide la luce durante un periodo molto frenetico per il gruppo, venne dunque registrato - anche a causa di forti pressioni dalla casa discografica - in fretta, precisamente tra il gennaio e l'agosto 1969, durante le pause di un tour che comprendeva quattro date europee e tre americane.[2] Ogni brano venne registrato in studi diversi, fra Regno Unito e Stati Uniti. Molti studi utilizzati non disponevano delle strumentazioni adeguate, addirittura uno studio a Vancouver sarà successivamente ribattezzato "capanna"[3].

Alcuni anni dopo, Robert Plant, cantante della band, affermò a proposito del processo di scrittura dei brani e registrazione dell'album[4]:

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Citazione (en)
« It was crazy really. We were writing the numbers in hotel rooms and then we'd do a rhythm track in London, add the vocal in New York, overdub the harmonica in Vancouver and then come back to finish mixing at New York. »
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« È stato veramente incredibile. Scrivevamo i pezzi in albergo, registravamo la ritmica a Londra, aggiungevamo la voce a New York, montavamo gli effetti a Vancouver e poi tornavamo a New York per finire il montaggio. »
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Citazione « È stato veramente incredibile. Scrivevamo i pezzi in albergo, registravamo la ritmica a Londra, aggiungevamo la voce a New York, montavamo gli effetti a Vancouver e poi tornavamo a New York per finire il montaggio. »
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Brani

Ad aprire il disco, una brevissima risata e un semplice riff di tre sole note. Saranno proprio quelle tre note a far entrare i Led Zeppelin nella leggenda. Il brano è “Whole Lotta Love”, da molti giudicata una delle più grandi canzoni della storia del rock. Sorretto quasi totalmente da un riff che si ripete, la canzone evolve nella parte centrale in un baccanale rumoristico, tra percussioni tempestose, deflagranti distorsioni di chitarra e le urla viscerali e istintive di Plant. La differenza maggiore tra quest’album e il precedente è la sua freschezza compositiva: si sente che è stato composto “on the road”, e le molte parti strumentali lasciate all’improvvisazione lo dimostrano.

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Whole Lotta Love
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...da Led Zeppelin II (1969)
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Non mancano le palesi rielaborazioni: la opener è ripresa da “You Need Love” di Willie Dixon (1962), e il terzo brano “The Lemon Song”, blues lento e pesante, ma dalle improvvise impennate hard, da “Killing Floor" di Chester Burnett alias Howlin' Wolf. La critica trovò terreno fertile per accusarli di plagio ed i Led Zeppelin dovettero affrontare varie cause in tribunale, ma l'incredibile forza del disco, forse il più aggressivo del gruppo, andò oltre le accuse diventando uno degli inni per antonomasia del rock. Al testo di "The Lemon Song", pieno di allusioni sessuali[5] (citando una celebre metafora sessuale di Robert Johnson: “Strizza il mio limone/ fino a quando non mi scende il succo lungo le mie gambe/ Se non strizzi il mio limone/ ti caccerò a calci dal letto) si oppone quello di “Thank You”, ballata con organo in evidenza, in cui Plant, nel primo testo scritto per il gruppo, omaggia la moglie. Il primo lato è completato dalla acustica “What Is and What Should Never Be”, nella quale compaiono per la prima volta spruzzi di jazz.

Il lato B si apre con un altro capolavoro, "Heartbreaker", bignami per ogni successivo chitarrista, grazie all’assolo centrale privo di accompagnamento, che sperimenta uno dei primi tapping della storia (la canzone fu infatti di ispirazione a Van Halen per l'invenzione o quantomeno l'approfondimento della suddetta tecnica). Sorvolando sulla piacevole e aggressiva “Living Loving Maid (She's Just a Woman))”, le ultime tre perle dell’album sono le arrembanti “Ramble On” e “Bring It On Home”: semi-folk la prima, in bilico tra languori acustici e scatti hard rock, e blueseggiante (con tanto di armonica a bocca suonata da Plant) la seconda, e, tra queste due, lo strumentale “Moby Dick”, contenente uno degli assoli di batteria più celebri della storia, al pari di “The Mule” dei Deep Purple e “Rat Salad” dei Black Sabbath.

Tracklist

  1. Whole Lotta Love - 5:34
  2. What Is and What Should Never Be - 4:44
  3. The Lemon Song - 6:19
  4. Thank You - 4:47
  5. Heartbreaker - 4:14
  6. Living Loving Maid (She's Just a Woman) - 2:39
  7. Ramble On - 4:23
  8. Moby Dick - 4:21
  9. Bring It On Home - 4:20

Note

  1. 1,0 1,1 allmusic.com
  2. {{ #if: Rosen | {{ #if: | [[{{{authorlink}}}|{{ #if: Rosen | Rosen{{ #if: Craig | , Craig }} | {{{author}}} }}]] | {{ #if: Rosen | Rosen{{ #if: Craig | , Craig }} | {{{author}}} }} }} }}{{ #if: Rosen | {{ #if: | ; {{{coauthors}}} }} }}{{ #if: | [{{{origdate}}}] | {{ #if: | {{ #if: | [{{{origmonth}}} {{{origyear}}}] | [{{{origyear}}}] }} }} }}{{ #if: | ({{{date}}}) | {{ #if: 1996 | {{ #if: | ({{{month}}} 1996) | (1996) }} }} }}{{ #if: Rosen | . }}{{ #if: | “{{ #if: | [{{{chapterurl}}} {{{chapter}}}] | {{{chapter}}} }}”,}}{{ #if: | {{{editor}}} }} {{ #if: | [{{{url}}} The Billboard Book of Number One Albums: The Inside Story Behind Pop Music's Blockbuster Records] | The Billboard Book of Number One Albums: The Inside Story Behind Pop Music's Blockbuster Records }}{{ #if: | ({{{format}}}) }}{{ #if: | , {{{others}}} }}{{ #if: 1st | , 1st }}{{ #if: | (in {{{language}}}) }}{{ #if: | , {{{pages}}} }}{{ #if: Billboard Books | {{#if: 1st | , | . }}{{ #if: New York | New York: }}Billboard Books }}{{ #if: | . DOI:{{{doi}}} }}{{ #if: | . {{{id}}} }}{{ #if: | . Retrieved on {{{accessdate}}} | {{ #if: | . Retrieved {{ #if: | on {{{accessmonth}}} {{{accessyear}}} | during {{{accessyear}}} }} }} }}.{{ #if: |  “{{{quote}}}” }}
  3. Cleveland, Barry.Guitar Player: Mixing Led Zeppelin II. New Bay Media, LLC. Retrieved on 2009-02-11.
  4. Lewis, Dave and Pallett, Simon (1997) Led Zeppelin: The Concert File, London: Omnibus Press. ISBN 0-7119-5307-4, p. 32.
  5. Twist, Carlo. Blender: The Ultimate Guide to Music and More - Led Zeppelin. Maxim Digital. Retrieved on 2009-02-09.