Pop Metal

Da RockCiclopedia, tutta la storia del rock... scritta da voi!
Versione del 14 set 2009 alle 23:44 di JKS (discussione | contributi)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazioneVai alla ricerca

L'heavy metal si suddivide presto in sotto-generi. Quello più innocuo, gettonato da tutti, è il "pop-metal", melodico e poco rumoroso, che si limita a virilizzare un motivo orecchiabile. Inizialmente viene battezzato "hard rock crossover" l'heavy metal di matrice inglese che affronta la problematica sentimentale. Esponenti tipici di questa corrente sono i Bon Jovi, il più grande fenomeno da classifica degli ultimi anni '80. Agli shouter e al blues si rifaranno i Cinderella di Tom Keifer, esplosi con "Shake Me" (1986) e "Nobody's Fool" (1986), dal primo album Night Songs (1986), e Gypsy Road (1988), dal secondo Long Cold Winter (1988), provenienti da Philadelphia e migliori eredi degli AC/DC, prima di convertirsi alla power ballad con Heartbreak Station (1990) e Still Climbing (1994). A rendere ancor più patetico il verbo di Bon Jovi saranno gli Skid Row di Rachel Bolan, catapultati alla ribalta (1989) da anthem adolescenziali come "Big Guns" e "Sweet Little Sister" e da ballate di strada come "I Remember You", "18 And Life" e "Youth Gone Wild" che speculano sull'epos della nuova "generazione perduta".

L'hard rock retro ("Cult of Personality", "Open Letter", "Glamour Boys") dei Living Colour, un quartetto nero formato dal critico e chitarrista Vernon Reid, sarà la sorpresa del 1988. Grazie a questi ultimi verranno alla ribalta complessi neri o multirazziali come 24-7 Spyz (fra una polka speed metal e uno strumentale jazz) e i più funky Dan Reed Network ("Rainbow Child", 1989).

A Los Angeles, dove da anni esercitavano i Legs Diamond ("Rock And Roll Man", 1977), i più orecchiabili sono i Quiet Riot ("Slick Black Cadillac", 1978), specializzati in cover azzannanti dei classici degli Slade, i Dokken di "Don Dokken" e del chitarrista pirotecnico George Lynch, i più raffinati del lotto ("Alone Again", 1984; "In My Dreams", 1985; "Dream Warrior", 1987), i gruppi di Paul Sabu, gli Armored Saint, i Lizzy Borden, i Ratt ("Tell The World", 1983; "Round 'N' Round", 1984; "You're In Love", 1985), i Great White (il rhythm and blues alla mod di "On Your Knees", 1984, l'hard rock di "Shake Me", 1986, il boogie sguaiato di "Once Bitten Twice Shot", 1989), i Kingdom Come di Lenny Wolf, i più autentici discepoli dei Led Zeppelin ("Get It On", 1988), e gli Stryper, gli unici predicatori cristiani del genere ("To Hell With The Devil", 1986; "I Believe In You", 1989). Sono complessi in cui si avverte la lezione dei complessi storici del beat "duro", gli Who e i Kinks.