Rock and Roll

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« Basta una serie di note, il resto è improvvisazione... »
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Il Rock and Roll è un genere musicale nato negli Stati Uniti negli anni cinquanta, diffusosi poi in tutto il mondo. Ha le sue origini nel blues, nel country, nel rythm and blues, nel folk e nel gospel.

Una formazione classica è compresa generalmente da voce (spesso accompagnata da cori e varie armonizzazioni), chitarre elettriche (solitamente ritmica e solistica), basso e percussioni. Tra gli anni '40 e gli anni '50 avevano molta importanza anche il pianoforte e il sassofono, ma vennero rimpiazzati dalla chitarra dopo la seconda metà degli anni '50. L'enorme popolarità di questo genere e la diffusione in tutto il mondo ha dato anche il via ad un grande impatto sociale. Lontano dall'essere un semplice stile musicale, il rock and roll è entrato nel mondo dei media e della cinematografia, condizionando stili di vita, le mode, gli atteggiamenti e la stessa lingua. Si è diramato, negli anni successivi, in vari sottogeneri come blues rock, pop rock, punk rock, hard rock, grunge, fino ad arrivare al metal e alle sue varie derivazioni. Chuck Berry è ritenuto uno dei chitarristi simbolo e uno dei "padri" di questo genere.

Sono in molti a dire che il rock è morto. Forse è vero, la sua ora è suonata. Perché i suoi "eroi" si sono stancati presto, o perché si sono accontentati, oppure perché hanno ceduto alle lusinghe dello show business. Ma la lezione di libertà e l'invito all'inferno di quella musica rimangono una sfida aperta.

Biografia

Le origini

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« Let's rock, everybody in the whole cell block, was dancin' to the jailhouse rock. »
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Chuck Berry a Brunnsparken, Örebro, in Svezia (2007).

Mentre, intorno alla metà degli anni '30, i neri del Sud cantavano e ballavano durante la messa in chiesa, al suono di chitarre e sassofoni, trasformando lo spiritual nel "rocking and reeling", a Chicago nasceva il blues ritmico, nell'Ovest iniziavano a diffondersi le "jump band", e il loro "ritmo walking". Un po' in tutta l'America iniziavano dunque a sbocciare le prime forme di quello che sarebbe stato il rock. È stata fondamentalmente la cultura nera a dare l'avvio a quella seria di modifiche in campo musicale che generarono il rock: l'improvvisazione, il tempo aggressivo, la melodia accattivante e i riff strumentali. Verso la fine degli anni '30 iniziò a diffondersi il boogie, e fu nel 1939 che per la prima volta si registrò in studio con una chitarra elettrica. In questo periodo, tra le due guerre mondiali, era soprattutto la musica leggera ad essere lanciata e diffusa tra la borgesia americana, mentre queste prime forme di rock rimanevano relegate ad un pubblico ristretto, in un mercato commerciale ridotto, ma che costituiva una forte contrapposizione con la musica leggera orchestrale.

Anni cinquanta

Dopo la seconda guerra mondiale la diffusione delle chitarre elettriche e degli impianti di amplificazione favorì un'intensificazione delle sonorità aumentando la potenza ritmica e musicale. Questo provocò un'evoluzione del sound fino alla creazione di questo nuovo genere. Quando le canzonette orecchiabili e stupide di sempre continuavano a tartassare le radio con i loro ritmi melensi, tutti furono travolti da un vanto nuovo, carico di energia.

Da molte parti iniziavano a sentirsi le prime chitarre distorte e i primi "urlatori" del rock and roll. Il neonato rock mischiava elementi blues, jazz e boogie-woogie, creando una mistura esplosiva. Il modo di suonare stava cambiando completamente: la batteria, in primo piano, divenne più frenetica e rumorosa, la voce sporca e dura, che gridava e scandiva i testi, scritti nel gergo dei giovani e ambientati nel loro mondo, mentre la chitarra elettrica sostituiva il piano con i suoi toni aspri e crepitanti. Venne sperimentato da Elvis Presley, Alan Freed, Billy Haley e tanti altri che poi diventarono i mostri sacri della storia di questo genere. Il rock sconvolse tutti i canoni tradizionali della musica, era un genere che per la prima volta parlava ai giovani, e venne accusato di spingere i ragazzi a ribellarsi contro i loro genitori e di influenzare negativamente il pubblico. Alan Freed, in particolare, venne attaccato come simbolo del cambiamento in corso, accusato di corrompere e trascinare verso la delinquenza il suo giovane pubblico.

Negli anni cinquanta il rock era alle sue prime armi, aveva quindi ritmi semplici, che si ripetevano più volte, e i testi trattavano soprattutto di musica, anzi spesso il rock stesso era protagonista di moltissime canzoni. Insomma ne erano tutti pazzi e malgrado le critiche della stampa (o forse proprio grazie ad esse) e della società tradizionale, le masse giovanili di tutta America assunsero un nuovo comportamento, il rock li aiutò a crescere e a cambiare modo di pensare, come poi vedremo negli anni successivi. Il fatto che il pubblico fosse prevalentemente giovanile fu molto importante per quanto riguarda il successivo sviluppo della musica di massa. La scolarizzazione di massa, la diffusione della radio, l'invenzione del 45 giri, la rivoluzione sessuale, una progressiva integrazione razziale, il consumismo... Tutto questo favorì la diffusione del nuovo genere, unitamente al bisogno dei giovani di riscattare la propria identità liberandosi dalla famiglia e dalla società che li "comprimevano". Il rock and roll si può definire un genere "di rottura" in quanto non si diffonde con le grandi etichette discografiche, unisce pubblico nero e bianco, supera - mettendo a volte anche in ridicolo - la musica leggera, e soprattutto perché celebra (e si fa portavoce) delle nuove ribellioni dei giovani.

Nel 1952 all'Arena di Cleveland si esibì Alan Freed (a cui tra l'altro si attribuisce l'invenzione del nome "rock 'n' roll", letteralmente "scuoti e rotola" ) durante il quale 20mila fan sfondarono i cancelli. Lo show fu annullato ma passò alla storia come primo concerto rock.

Anni sessanta

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« I said I know it's only rock 'n' roll but I like it, I know it's only rock 'n' roll but I like it, like it, yes, I do. »
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Gli anni sessanta furono gli anni della grande diffusione del rock and roll. I Rolling Stones erano riusciti ad imporre il loro sound, conquistando le classifiche già dai primi dischi, unendo blues ai primi esperimenti del nascente rock; il risultato era incredibile e moltissimi gruppi iniziavano a cimentarsi in questo nuovo genere.

Verso i primi anni '60 il rock arrivò in Europa, in particolar modo in Gran Bretagna, dove erano giunti dagli Stati Uniti il jazz, il blues e il country confluiti nello "skiffle", una variante della musica folk. Questo nuove genere fu ben accolto da artisti emergenti in tutto il Paese, compresi i Quarrymen di John Lennon. Così in Inghilterra la scena musicale del rock and roll crebbe molto velocemente. La svolta si registrò nel 1962, quando gruppi come Beatles, Who, Yardbirds, Rolling Stones, lavorando su una varietà di influenze americane, tra cui il soul, il rythm and blues e la surf music, fecero la loro comparsa nel panorama musicale dell'epoca. Inizialmente reinterpretavano brani standard americani, su ritmi quali il twist, per esempio, ma poco dopo iniziarono a inserire nelle loro composizioni idee musicali più complesse e particolari.

Negli stessi anni si accesero nuovi movimenti di protesta giovanile, la sensibilità portava la nuova generazione a lottare, ad esempio, contro la sanguinosa guerra del Vietnam. Fu soprattutto in questo periodo che la "controcultura" beat nascente e i movimenti pacifisti vennero associati alla musica folk, che in quegli anni era ai suoi albori. I ritmi delle canzoni tradizionali vennero rivisitati con sonorità acustiche, mentre i testi riguardavano sempre più tematiche sociali o politiche. Il pioniere del folk rock fu Woody Guthrie, e fu proprio con questo genere che emerse il giovane cantautore Bob Dylan. Con le sue "Blowing in the Wind" e "Masters of War" riuscì ad avvicinare le canzoni di protesta ad un pubblico molto più vasto. Altri artisti - sempre facenti parte del filone della musica "impegnata" politicamente e si interessarono combattendo apertamente al fianco dei giovani le ingiustizie del mondo, furono Cat Stevens, Eric Clapton, Mamas & Papas, Neil Young, Joan Beaz e tanti altri. Dal punto di vista tecnico non avvennero molti cambiamenti, ma gli arrangiamenti musicali si fecero più complessi.

A partire dal 1967, Europa ed Occidente furono sconvolti da nuove rivoluzioni; quella sessuale fu la prima a manifestarsi, a questa il rock si ispirò tantissimo, possiamo infatti trovare innumerevoli citazioni erotiche nei brani dei gruppi dell'epoca. Ci fu poi quella più importante, la rivoluzione studentesca, del 1968. Ancora una volta il rock fu di fondamentale slancio a questi movimenti. I giovani prendevano esempio dai cantanti, ad esempio i Rolling Stones - i più aggressivi - nello scendere in piazza, urlare contro le autorità, bruciare camion della polizia e fare a botte con gli stessi poliziotti. Successivamente, dal 1969 fino a poi tutti gli anni settanta, iniziò il periodo dei figli dei fiori e degli hippy.

Ormai il rock aveva spopolato, milioni di persone - stanche del vecchio sound - si lanciavano a capofitto verso questo nuovo genere che dall'America si iniziava ad espandere in tutto il mondo. Le influenze maggiori si fecero sentire nel Regno Unito, dove iniziavano ad imporsi gruppi come i Moody Blues, gli Animals e gli Yardbirds.

Anni settanta

Gli anni settanta possono essere definiti il periodo d'oro del rock, una vera rivoluzione. L'introduzione di tastiere, ad esempio, fu uno dei grandi cambiamenti di quel periodo, l'affacciarsi di nuovi gruppi, ma poi - soprattutto - nuovi arrangiamenti musicali; è l'epoca delle sperimentazioni e di tantissimi sottogeneri.

Tra le band di maggior risalto in questi anni citiamo i Led Zeppelin, che contribuirono alla scrittura di un pezzo significativo della storia del rock, gli intramontabili Rolling Stones, Beatles, Pink Floyd, AC/DC, Velvet Underground, Doors, Sex Pistols, Ramones, (gli Area per quanto riguarda l'Italia) e poi cantanti come Janis Joplin, Bob Marley, Iggy Pop, Frank Zappa, Patti Smith e Alice Cooper.

I Pink Floyd, ad esempio, sono tra i gruppi che più hanno sfruttato le infinite variazioni musicali che gli permettevano gli strumenti, generando quasi un nuovo genere musicale, fatto di canzoni interminabili, poche parole, sogni in technicolor e l'immancabile chitarra che emetteva suoni sempre più strani e sempre più nuovi. Avvicinandosi sempre più alla fine dei mitici anni settanta, in particolare nel 1977, cominciò a formarsi un nuovo movimento, che ben presto come al solito divenne anche un genere musicale, il punk rock.

"Rock 'n roll can never die" recitava Neil Young in una sua famosa canzone del 1979. Al di là dei proclami, era chiaro quanto fossero critiche le condizioni di un genere musicale che aveva per molto tempo fatto parlare di sé. Perduto lo slancio vitale degli anni '60, il rock rischiava così di disperdersi nei mille rivoli di una creatività quasi del tutto sopita. Negli anni '70 si era constatato quanto pericoloso fosse la scomposizione di un genere che sembrava monolitico in mille etichette impazzite. Si era parlato a proposito di glam-rock, di progressive rock, di hard rock, etc. testimoniando in tal modo le tante filiazioni e apparentamenti presenti. La musica elettronica del decennio che stava nascendo convogliò il rock in forme diverse e quanto mani eterogenee, lasciando solo ad un manipolo di affezionati adepti l’onore e l’onere di perpetuarne le gesta e forse, difenderne la memoria. Il gruppo inglese The Clash, famosi per sfasciare gli strumenti musicali alla fine di ogni concerto (creando una moda che ebbe numerosi emuli), idearono il "combat rock", una sorta di musica militante che dava il titolo anche ad un famoso LP.

Rocker solitari come Bruce Springsteen e il canadese Bryan Adams si impegnarono altresì a fondo nel tentativo di preservare la purezza di quella musica dagli attacchi di chi voleva distruggerla. E gli avversari erano tanti, forse troppi. Si può infatti affermare che la figura quasi istituzionale del rockettaro sia declinata in corrispondenza con l’accresciuta importanza assunta dai rapper e dai disc-jockey. Non si poteva nemmeno ignorare il fondamentale ruolo svolto dai "metallari" ben strutturato all’interno dei gruppi giovanili. Ciò che accadde al rock negli anni '70, lo subì l’heavy metal nel decennio successivo. Anche in questo caso si moltiplicarono le sigle, i generi e le tendenze. La scena americana fu particolarmente recettiva nei confronti del cambiamento, proponendo band di notevole importanza nel panorama del thrash metal, come i Metallica, gli Anthrax e i Megadeth. Da qui partono le molte declinazioni del genere, che assume l’etichetta di death metal, progressive metal, black metal, doom metal, etc.

Anni ottanta

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« Nello spettacolo normale l'artista cerca che il pubblico si identifichi con lui e in lui si annulli. Nel rock sono i rockers che devono identificarsi con il pubblico e nel pubblico annullarsi! »
{{#if:Billy Mundi, The Mothers of Invention|}} Citazione « Nello spettacolo normale l'artista cerca che il pubblico si identifichi con lui e in lui si annulli. Nel rock sono i rockers che devono identificarsi con il pubblico e nel pubblico annullarsi! »
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Se prima prevalevano nella società e nella musica l'impegno politico e la complessità musicale, in questi anni i testi delle canzoni trattavano altri argomenti, non ci furono più proteste o voglia di essere intellettuali e pacifisti. Il punk, nato prima nel Regno Unito, era una subcultura giovanile, che dava un calcio a qualsiasi tipo di moralità, una vera e propria forma di rivoluzione.

Tra i gruppi punk più affermati dell'epoca abbiamo senza ombra di dubbio i Sex Pistols. Il loro era un genere del tutto nuovo, ricco di suoni aggressivi, di parolacce ed insulti di qualsiasi tipo. Al loro primissimo concerto (racconta Adam Ant) si presentarono come teppisti. John Rotten, il leader, aveva i pantaloni a sbuffo rigati con le bretelle ed una maglietta lacera con su scritto "Pink Floyd" e sopra "I hate".

Il punk in fondo professa il ribellarsi a qualsiasi tipo di conformismo, senza vergogna, senza badare alle apparenze. In seguito si formarono i The Clash, i Ramones, Alice Cooper, gli Him ed i Green Day. Gli anni ottanta vedono inoltre l'affacciarsi sulla scena del rock gruppi come i Queen, o cantanti come Prince, che riproporranno il rock in chiave più pop, detto anche rockmelò.

La musica degli anni '80 è l'inevitabile prolungamento di quella di fine anni '70. E non solo per una questione squisitamente cronologica, ma perché dal 1977 al 1984 ha luogo una rivoluzione musicale che è nota con il temine di new wave. Sebbene molti attribuiscono caratteri eterogenei a questo movimento non si può dimenticare quello che è stato il maggior apporto al suo sviluppo, ovvero l'utilizzo del sintetizzatore. Questo strumento, molto simile all'organo elettronico e al pianoforte, fu inventato alla fine degli anni '70 e sfruttato ampiamente nella successiva decade, grazie alla sua capacità di riprodurre i più disparati suoni presenti in natura. Il sintetizzatore, arricchito dalla funzione "Midi" e dal sequencer, diede alla new wave una forte impronta "elettronica", spesso caricata di tonalità romantiche.

Le anime della new wave sono sostanzialmente quattro: quella post-punk, quella dark gothic, quella synth pop e quella new-romantic. I gruppi che raggiungono il successo si muovono tra queste tendenze, pur intrecciando talvolta i generi musicali. È il caso di una delle più famose band di quel momento, i Police, che nel 1980 incidono il 33 giri Zenyatta Mondatta, o degli straripanti e sorprendenti U2, con Boy (1980), October (1981) e War (1983). È tuttavia l'anima elettronica e romantica a prendere il sopravvento specialmente nella fase declinante della new wave. A capitanare questa tendenza vi sono gli Ultravox e soprattutto gruppi commerciali come i Duran Duran, gli Spandau Ballet, gli Eurythmics, i Depeche Mode, pronti a fronteggiare le tonalità dark e i suoni lugubri di gruppi come i Bauhaus e i Cure.

I gruppi citati non sono che la punta dell'iceberg di un fenomeno musicale che trova terreno fertile in Inghilterra e fissa nella terra di Albione la sua patria. Accanto al fenomeno "new wave" rimane in piedi tutta una discografia classica che elegge i suoi campioni nelle figure di Paul McCartney, David Bowie o in gruppi come i Queen e i Rolling Stones, per tacere di altri degni egualmente di considerazione.

I Queen si fanno conoscere anche in Italia con la raccolta di successi "Greatest hits", Bowie colpisce con il sound di Let's dance, McCartney si afferma con "Ebony and ivory" in coppia con Stevie Wonder e con "Say say say" insieme a Michael Jackson. Partecipa poi alla registrazione di un 45 giri a favore delle vittime della tragedia di Hillsborough. I Rolling Stones impressionano, invece, con le note e il ritmo di "Start me up".

Springsteen nel "Tunnel of Love Express" a Radrennbahn Weißensee, in Berlino Est, il 19 Luglio 1988.

Il patriottismo americano riprende fiato, l’economia è alle stelle e l’orgoglio di essere statunitense diviene un fattore distintivo. Ma c’è anche chi decide di remare controcorrente e sottolineare le difficoltà di vivere in America. Uno dei cantori di questo disagio esistenziale è paradossalmente Bruce Springsteen, che con l’album Born in the Usa firma il suo successo internazionale. Eppure il tono martellante del suo rock 'n roll fa pensare piuttosto ad un elogio sperticato del nuovo modus vivendi americano. Il pubblico dei bianchi lo osanna, i neri, invece, lo detestano.

Insieme a lui, nella nutrita scena musicale americana, ma su un piano leggermente diverso, quello pop con larghe concessioni al funk, si muove Michael Jackson, che con Thriller vende milioni di dischi in tutto il mondo e rimane in classifica per più di centoventi settimane. Conquista inoltre 13 nominations ai Grammy Awards e ventisette dischi di platino. Due delle canzoni del 33 giri ("Billie Jean" e "Beat it") divengono classici della musica degli anni ’80 e non solo. Egli rompe definitivamente il taboo secondo cui un afro-americano non avrebbe potuto esplorare gli orizzonti pop della musica, dovendosi limitare ai genere musicali ad esso confacenti come il blues o il soul.

Sconfina nel pop pure la musica avvolgente di Prince che attinge a tutto il repertorio della tradizione "nera" americana e lo contamina con il rock operistico dei Queen e le atmosfere soft e un po’ allucinate dei Beatles.

La vera rivoluzione degli anni '80 è consistita nel convertire una musica così radicale come l’heavy metal ad esigenze smaccatamente commerciali, con lo scopo forse di normalizzarlo. Bon Jovi è il caso più eclatante di questa nuova tendenza, tanto che il suo 33 giri Slippery when wet (1986) finisce nelle classifiche dei dischi più venduti e viene finanche inglobato nei juke box. Si arriva così a quello che è stato definito con un po’ di azzardo il "pop metal", i cui esponenti di spicco vanno ricercati nel già citato Bon Jovi e nei Def Leppard. A questi vanno inevitabilmente aggiunti i Guns n' Roses, protagonisti della cosiddetta "street scene" americana. Si mettono in luce con Appetite for Destruction (1987) che scala le principali classifiche di vendita mondiali, mostrandosi inclini a contaminazioni con l'hard rock interpretato in chiave commerciale e con un occhio alle folle urlanti da stadio che generalmente si vedevano ai concerti dei gruppi rock di chiara fama. A questo punto diventa estremamente arduo distinguere l’heavy metal dall’hard rock, semmai questa operazione sia stata facile prima. Negli anni ’80 l’interesse dei giovani nei confronti di questi due generi musicali era ancora molto sostenuto. A testimoniarlo c’è la moda, in voga a quel tempo, delle toppe con il disegno dei migliori gruppi musicali, come gli AC/DC e gli Iron Maiden. Rivaleggiavano in fatto di popolarità con i divi del momento, i Kiss, un gruppo che faceva del look trasgressivo il proprio elemento distintivo. Ma non durarono poi molto, anche se oggi vengono ricordati come un band di culto degli anni ’80.

Il metal e l’hard rock subiscono dalla metà del decennio, forti contaminazioni non soltanto con il pop, ma anche con il rap. Gli apripista di questa nuova tendenza sono gli esponenti di punta della scena hip hop americana, i Run DMC e gli Aerosmith, che mettono su un duetto per la canzone "Walk this way". Immediatamente dopo è il turno degli sconclusionati e irridenti Beastie boys, rappers bianchi che strizzano un occhio alla musica metal e hard rock, non si sa se per convinzione o per pura scelta di marketing. Sono più "personaggi" che artisti e le loro gesta fuori dal palco, in quanto a maleducazione e rudezza, saranno seconde soltanto a quelle de "I Simpson", qualche anno dopo. Siamo ormai alle porte della musica "cross over" dei Red Hot Chili Peppers e, in Europa, a quella dei "Manonegra".

Negli anni ’80 si inizia ad utilizzare il termine fusion per indicare le contaminazioni musicali tra il jazz ed il rock, che si stavano consumando o si erano già state consumate soprattutto in America, enfatizzando prevalentemente l’uso della tastiera e ogni altro accorgimento elettronico. I principali esponenti di questo genere sono Joe Zawinul, Chick Corea, Herbie Hancock, Al Di Meola, Pat Metheny e Gino Vannelli, famoso in quegli anni per il brano "Black cars".

Anni novanta

Le tendenze musicali degli anni ottanta "contagiano" anche il decennio successivo. Assistiamo alla nascita di nuovi generi come l'hip hop e l'house, molto lontani dal rock.

Per quanto riguarda quest'ultimo, invece, fra i gruppi più importanti citiamo gli U2 ed i Nirvana. Nasce poi un nuovo sottogenere del rock, il metal, da cui si formeranno poi l'alternative metal, l'heavy metal, il trash metal e nuove derivazioni.

Gli AC/DC a Belfast (Ulster Hall)
Gli AC/DC a Belfast (Ulster Hall)

È un rock molto più duro, le voci dei cantanti sono aspre ed emettono spesso e volentieri suoni privi di senso, come dei vagiti. Alcuni gruppi, come i Metallica e soprattutto il cantante Marilyn Manson, trattano nei loro brani argomenti tetri, dark, che riguardano la morte ed i culti satanici.

Anni recenti

I giovani, giovanissimi ragazzi del nuovo rock inglese non possono essere individuati come un movimento omogeneo, non hanno un suono dominante, ognuno si veste come vuole, non portano con loro una moda, mescolano volentieri i suoni e gli stili. Si vestono con abiti attillati e neri, come fanno i Ferdinand, o in maniera spettacolare e seventies, come i Darkness, sono multirazziali come i Bloc Party, o estremamente british, come The Rakes, figli di una nuova Inghilterra che parla mille lingue diverse nelle sue periferie urbane e che gioca con il rock con la stessa leggerezza dei gruppi beat quarant’anni fa. E non è Londra a tenere banco, e nemmeno Manchester che per tanto tempo ha “governato” il brit-pop e che dieci anni fa lanciò l’ultima grande ondata inglese. Quella di oggi è una scena nella quale vanno alla grande i piccoli centri, le località di provincia, i luoghi dove il rock è ancora suonato nelle cantine e nei club, dove raccontare storie è sicuramente più importante che apparire. Da Leeds arrivano i Kaiser Chiefs, la più in vista delle giovani band, una delle formazioni che ha già conquistato il pubblico americano. Da Birmingham arrivano Editors e The Streets, mentre la Scozia ha messo in campo i Franz Ferdinand, da Glasgow. I Futureheads sono di Sunderland, da Londra arrivano i Bloc Party e da Manchester i Doves. Se una costante si può trovare nei nuovi campioni del brit-pop è quella di un continuo riferimento all’ultima grande stagione della musica britannica, quella degli anni Ottanta, quando la new wave travolse il rock e gli americani dovettero piegarsi ad un lungo periodo di dominio britannico. Il revival degli anni Ottanta ha colpito, ovviamente, anche il rock americano, ma adesso sono le band inglesi a far da traino e a guidare le danze.

Cosa è successo al rock americano? Innanzitutto negli Usa sono il rap, il nuovo soul, il r'n'b nelle sue mille versioni, da quelle più pop a quelle dance, da quelle commerciali a quelle raffinate, a dominare la scena. Il suono americano del nuovo millennio è sostanzialmente il suono della musica nera, e persino le starlette bianche come Britney Spears o le boy band di maggior successo, come gli ormai tramontati N’Sync di Justin Timberlake, hanno orientato il loro suono verso quello della black music. Il rock viene difeso ancora dai gruppi metallici), o dal punkmelodico dei Green Day, ma per il resto non c’è una nuova generazione di formazioni rock in grado di offrire al pubblico dei giovanissimi la necessaria "scossa elettrica". «La musica inglese oggi è più viva, più libera, meno condizionata dai dirigenti delle case discografiche», sottolinea Simon Frith, uno dei più grandi studiosi di popular music, «il pop di grande consumo in America è standardizzato ed il rap rischia di entrare in un circuito ripetitivo e autoreferenziale. Le nuove band britanniche, invece, sono veloci, leggere, raccontano storie vere, hanno il gusto dell’ironia, non pretendono di essere megastar irraggiungibili, sono molto simili a chi le ascolta».

Date importanti

Anni sessanta

  • 1965 - Ticket to ride[1]: A Londra, il 26 ottobre, migliaia di giovani scatenati - soprattutto ragazze - tentano di travolgere lo schieramento dei poliziotti, a guardia dei cancelli di Buckingham Palace. Il motivo era la presenza, all'interno della residenza reale, dei Beatles, nominati membri dell'ordine dell'impero britannico dalla ragina Elisabetta II.
  • 1967 - Let's spend the night together[2]: Il concerto dei Rolling Stones a Zurigo si rivela devastante. 10 feriti e 15 arrestati. La scintilla scoppia quando un fan prova a salire sul palco, ma cade rovinosamente. Da quel momento, 250 poliziotti e 150 uomini della sicurezza devono fronteggiare l'improvvisa rivolta degli spettatori, che mettono a ferro e fuoco il palazzetto.
  • 1969 - You can't always get what you want[3]: Inizia il tempo dei figli dei fiori, con numerosi raduni in tutti i più grandi parchi d'Europa. Tra i più famosi abbiamo quello del 5 luglio ad Hyde Park a Londra, poi quello dal 15 al 18 agosto, il celeberrimo mega-raduno a Woodstock, l'anno dopo, quello dal 26 al 30 agosto sull'isola di Wight, in Inghilterra. Se a Woodstock parteciparono 400mila persone, sull'isola di Wight si arrivò a 600mila.

Anni novanta

  • 1994 - Washing of the Water[4]: Un raduno a Woodstock, in cui si esibiscono oltre 30 band, tra cui i Green Day ed i Metallica, viene ricordato soprattutto per il fango, tanto da essere stato ribattezzato Mudstock.
  • 1995 - Cake and Sodomy[5]: A New York si svolge un grandioso concerto di Marilyn Manson. Il nome della band deriva dall'accostamento tra la Monroe e Charles Manson, ispiratore della strage di Los Angeles, nella quale Sharon Tate, moglie del regista Roman Polansky, perde la vita.

Note

  1. Ticket to ride è una canzone dei Beatles del 1965
  2. Let's spend the night together è una canzone dei Rolling Stones del 1967
  3. You Can't Always Get What You Want è una canzone dei Rolling Stones inclusa nel loro album Let It Bleed del 1969.
  4. Washing of the Water è una canzone di Peter Gabriel del 1994.
  5. Cake and Sodomy è una canzone di Marilyn Manson del 1994.