Stevie Ray Vaughan
Stevie Ray Vaughan in una celebre foto. | ||
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Nazionalità | Stati Uniti![]() | |
Genere | Blues Rock[1] | |
Periodo attività | 1971 - 1990 | |
Discografia | 18 | |
Studio | 7 | |
Live | 4 | |
Raccolte | 8 | |
Sito web | stevieray.com |
Stephen "Stevie" Ray Vaughan nasce a Dallas il 3 ottobre 1954 e muore ad East Troy il 27 agosto 1990. È stato uno dei più grandi esponenti della chitarra blues americano, Benché durante la sua breve vita abbia prodotto pochi album e live, è noto come uno dei musicisti più dotati ed influenti del suo genere. I fan di Vaughan attribuiscono all'artista il titolo di più grande chitarrista in circolazione negli anni ottanta. Stevie Ray Vaughan ha avuto su tutti i chitarristi successiva un'influenza incredibile, sia stilistica che tecnica.
Biografia
Nasce a Dallas da Jim e Martha Vaughan, ma si trasferisce in giovane età ad Austin, Texas. Inizia sin da piccolo a suonare la chitarra, seguendo le orme del fratello maggiore, Jimmie (anche lui musicista, futuro chitarrista dei Fabulous Thunderbids). A 7 anni gli viene infatti regalata una chitarra giocattolo, con sole tre corde, della SEARS; le prime canzoni che impara a suonare sono alcune hit dei Nightcaps, poco conosciuta garage band statunitense. Nel 1963, a 9 anni, il fratello maggiore, gli regala la sua elettrica[2] A 17 anni abbandona la scuola per dedicarsi completamente alla musica, sempre trascinato dal fratello, Jimmie, che lo avvicina alle sonorità blues.
Un amico del fratello, Doyle Bramhall, rimane stupito ascoltando il piccolo Stephen suonare "Jeff's Boogie" degli Yardbirds, e decide di aiutarlo nel comporre canzoni e nel cantare . Nel 1967, con la sua prima band, The Chantones, suona presso un parco a Dallas, riscuotendo un discreto successo. Ma è nel 1970, dopo aver lasciato scuola e lavoro, che Stevie decide di dedicarsi completamente alla carriera musicale.
Vaughan è un totale autodidatta, senza alcuna conoscenza della teoria musicale: suona, canta e compone "ad orecchio". In un'intervista datata 1983 racconta come si trovasse spesso ad esercitarsi automaticamente guardando alla televisione trasmissioni sportive.
1970-1980
È il '72 e destreggiandosi a fatica tra le insidie delle droghe e dell'alcol, Stevie Ray Vaughan fonda i Cobras, dei quali fanno parte anche il chitarrista Denny Freeman ed il bassista Tommy Shannon. Nel '76 crea il trio acustico Triple Thest Revue, poi i Triple Threat con Chris Layton alla batteria, la cantante Lou Ann Barton e Jackie Newhouse al basso (quest'ultimo sarà rimpiazzato da Tommy Shannon nell'81). Nel '78 i Triple Threat diventano Double Trouble, ispirandosi all'omonima canzone di Otis Rush. Ne fanno parte Tommy Shannon e Chris Layton. Presto con i Fabulous Thunderbirds del fratello Jimmie e Lou Ann Barton, la band capitanata da Stevie contribuisce a fare della cittadina texana uno dei centri nervosi blues più eccitanti degli States.
1980-1990
La voce inizia a circolare e Mick Jagger vuole che il gruppo suoni ad un suo party a New York nell'82 e quello stesso anno il produttore Jerry Wexler li porta in trasferta al festival jazz di Montreux, in Svizzera; è la prima volta che un gruppo senza contratto né registrazioni alle spalle partecipa alla prestigiosa rassegna. È il leggendario talent scout John Hammond a procurare un contratto con la Epic Records. L'album di debutto, Texas Flood, è caratterizato da aggressivi suoni elettrico-blues, in un momento in cui le classifiche erano dominate dalla techno dance inglese. Il disco riceve due nomination al Grammy (migliore registrazione di blues tradizionale e miglior strumentale rock con il brano "Rude Mood") mentre i lettori di Guitar Player lo nominano album dell'anno con Vaughan considerato il miglior nuovo talento e il miglior strumentista elettrico di blues (Stevie sarà primo in quest'ultima classifica anche nell'85, nell'86, nell'88 e nell'89). Anche l'album seguente, Couldn't Stand The Weather, viene accolto molto bene sia dalla critica che dal pubblico (diventa addirittura disco d'oro) e tra l'altro contiene il tributo ad una delle principali fonti d'ispirazione di Vaughan (Jimi Hendrix) con una tirata ma rispettosa versione di "Voodoo Chile".
Pubblica Soul to Soul nell'85, ma l'aggiunta di un sax e delle tastiere annacquano un po' il sound bollente che lo rese celebre. Questo non impedisce tuttavia all'album di diventare il suo terzo disco d'oro. Sempre nell'85 fa da produttore per Strike Like Lightning, l'album di ritorno di uno dei suoi vecchi eroi, il chitarrista Lonnie Mack. Le cose però non vanno granché bene e nemmeno Live Alive riesce ad ottenere i risultati aspettati. Cresce dunque il successo, ma per l'artista è un momento duro. Nell'86 a Londra ha un collasso sul palco. Viene dunque il tempo di lasciare amici pericolosi come la cocaina ed il whiskey e per lui e per Tommy Shannon è necessaria la disintossicazione in un ospedale di Atlanta per ripiegare su uno stile di vita più moderato fino ad In Step, dell'89, quinto album per la Epic che contiene anche l'autobiografica "Wall of Denial" che descrive la sua battaglia con gli stupefacenti e l'alcol (come ammetterà lui stesso in un'intervista a Guitar World questo è il primo album che incide da sobrio).
La morte
Nel 1990, con il fratello Jimmie, è il momento del progetto comune tanto atteso e sognato fin da ragazzi. Arriva così Family Style. Poco prima dell'uscita dell'album, però, c'è il concerto ad East Troy, Wisconsin, il 27 agosto 1990, cui partecipano Buddy Guy, Eric Clapton, Robert Cray. Il chitarrista, molto stanco, sale sull'elicottero destinato in precedenza ad Eric Clapton che decide di dare la precedenza all'amico. L'areo era diretto a Chicago ma - complice la fitta presenza di nebbia e la (forse) non completa abilità dei piloti - si schiantò e Stevie Ray Vaughan, insieme ai piloti, perse la vita.
Stile e Sound
L'accoppiata dei primi due dischi stabilisce subito le coordinate del discorso, con l'intenzione di Stevie Ray che va da Jimi Hendrix a Buddy Guy, passando per Otis Rush. A contribuire a rendere subito mitico il chitarrista ci sono anche il suo look e la fama di artista maledetto. In effetti gli elementi per affascinare ci sono tutti: chitarra Stratocaster rovinata (il corpo è del '59 e il manico del '61), cappellaccio da indiano rinnegato, collane e anelli Navajo, stivali in pelle di serpente. La voce roca ma distaccata è la stoccata finale ed assesta l'ultimo colpo all'inevitabile e romantica figura di uno zingaro del deserto che suona blues.